La nuova identità de l’Arcidiocesi di Otranto

 

Il rinnovamento di un logo non è un banale cambio d’abito, ma un fatto straordinario: la manifesta aspirazione ad essere coinvolti in nuove realtà, per diffondere nuovi messaggi. Messaggi comprensibili nello scenario dove avvengono, determinati proprio dalla comprensione dello scenario dove avvengono. La necessità di evolversi è anche gioia di abbracciare nuovi linguaggi e superare abituali confini.

Non c’è nulla di immutabile, tranne l’esigenza di cambiare.
— Eraclito
Ciò che abbiamo cercato di rappresentare è un’immagine ideale, atemporale. Essenziale.

 

Siamo partiti dalla luce. Non soltanto la luce come mezzo per vedere ma anche rivelazione: la luce che emana la verità raggiunta tramite la conoscenza. La luce che permette di percepire la profondità della realtà.

Il luogo entro il quale la luce filtra nella grande casa dell’Arcidiocesi di Otranto, ovvero la Basilica, è diventato forma e colore.

Colori brillanti, che ispirano meraviglia e ottimismo: turchese, corallo e lime.

Il bianco ha un grande ruolo in ciò: definisce con immediatezza i contorni delle tinte e ce li espone in tutta la loro splendida potenza.

Infine, l’alfabeto grafico - disegnato appositamente sulla base di un carattere tra i più classici - è sobrio, di grande tradizione ma possiede uno slancio moderno.

Stimoliamo il desiderio di conoscere.
Se non c’è, evochiamolo!

 

Tutto con un semplice logo? No, il nuovo logotipo è solo il punto di partenza: la rinnovata personalità si costruirà giorno dopo giorno, attraverso temi di grande interesse ed un linguaggio contemporaneo. Allontanandoci dalle consuetudini - senza mai prender distanza dalla tradizione e dalle sue meraviglie - ci avviciniamo alle persone ed al loro quotidiano.

Cerchiamo un dialogo, una connessione: vinciamo la distrazione, miriamo alla curiosità.