“Ecco il Pane degli Angeli”. La Sequenza del Corpus Domini musicata da don Biagio Mandorino

"È una perla che merita di essere cantata da tutta l'assemblea"

(Foto: Calvarese/SIR)

“Una melodia semplice e orecchiabile perché possa essere cantata da tutta l’assemblea insieme al coro”. Così don Biagio Mandorino, direttore del Coro diocesano, presenta la composizione preparata per la Sequenza che si canta nella Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (Corpus Domini), “Lauda Sion Salvatórem”. “Questo testo bellissimo – spiega don Mandorino – vanta come autore san Tommaso d’Aquino, che la compose attorno al 1264, su richiesta di papa Urbano IV nel contesto della Messa per il Corpus Domini”. Così recita tra l’altro: “È certezza a noi cristiani: / si trasforma il pane in carne, / si fa sangue il vino”.

Nella festa del Corpus Domini, ricordava papa Benedetto XVI nel 2007, “riaffermiamo con trasporto la nostra fede nell’Eucaristia, il Mistero che costituisce il cuore della Chiesa. (…) Pertanto quella del Corpus Domini è una festa singolare e costituisce un importante appuntamento di fede e di lode per ogni comunità cristiana. (…) La Sequenza, poi, nel suo punto culminante, fa cantare: ‘Ecco il pane degli angeli, / pane dei pellegrini, / vero pane dei figli’. L’Eucaristia è il cibo riservato a coloro che nel Battesimo sono stati liberati dalla schiavitù e sono diventati figli; è il cibo che li sostiene nel lungo cammino dell’esodo attraverso il deserto dell’umana esistenza”.

“La Sequenza del Corpus Domini – prosegue il direttore del Coro diocesano – è una perla che merita di essere cantata perché il cuore dei cristiani batta sincrono col cuore di Cristo e la Solennità del suo Corpo e Sangue sia la festa della Chiesa in uscita con la missione di far palpitare il cuore del Signore in ogni angolo della terra”.

Storicamente, ricorda don Mandorino, il componimento poetico musicale liturgico, chiamato sequenza, nasce intorno al IX secolo per essere cantato nella Celebrazione Eucaristica solenne prima della proclamazione del Vangelo. Appartiene al proprio della Messa e il suo testo, quindi, varia a seconda della festività che si celebra. Nel XVI secolo, con la riforma del Messale, sono rimaste nella liturgia solo alcune sequenze: per la Pasqua, la Pentecoste, il Corpus Domini, l’Addolorata, per le celebrazioni dei defunti.