Relazione dell’Arcivescovo Francesco Neri all’Assemblea Diocesana (Otranto, 7-8 ottobre 2024)

Carissimi fratelli e carissime sorelle, condivido con voi, in questa Assemblea, uno sguardo sulla nostra Arcidiocesi, descrivendo il cammino compiuto nell’anno pastorale trascorso, e additando alcune mete che ci attendono nell’anno che inizia.

  1. Il cammino compiuto

Da quando ho cominciato a camminare insieme a voi nel governo dell’Arcidiocesi, alcuni eventi si segnalano come particolarmente significativi.

1.1. La visita ad limina. Il primo è senz’altro la visita alla Santa Sede, che abbiamo compiuto insieme agli altri diciotto vescovi delle Chiese di Puglia, dal 15 al 19 aprile 2024. Con l’aiuto dei collaboratori della Curia, è stata elaborata una Relazione, che abbracciava il decennio 2013-23. Abbiamo avuto modo di incontrarci con i titolari dei Dicasteri, o tutti i vescovi insieme o in gruppi di delegati, a seconda dei compiti nella CEP. Il Santo Padre ci ha ricevuto il 18 aprile. Ha chiesto ad ognuno di presentare brevemente se stesso e la Diocesi, indicandone le caratteristiche. A me ha raccomandato l’impegno alla missione, ad evangelizzare i giovani, e a valorizzare e accompagnare la devozione popolare.

1.2. Il proprio liturgico. Uno dei frutti della visita è stato la consegna del nuovo proprio per la liturgia, prima dell’estate. È già stato utilizzato per la solennità dei Santi Martiri, e ne è in elaborazione un’edizione accurata. Appena ne sarà finita la parte grafica e la stampa, verrà presentata e distribuita. Ringrazio don Antonio Accogli per questa realizzazione.

1.3. La comunicazione. Nella cultura contemporanea, la comunicazione svolge un ruolo caratterizzante. In questa prospettiva, il sito web dell’Arcidiocesi è stato interamente riorganizzato su quattro aree: fede, persona, mondo, cultura. Ovviamente, un sito web è un cantiere aperto, che esige aggiornamenti continui. Sono perciò importanti le segnalazioni e i contributi da parte di chiunque, oltre che un raccordo con gli altri siti che sono in rete, per garantire una efficace diffusione delle informazioni.

Sono stati attivati, o riattivati, anche i canali social, nonché un canale whatsapp. Anche qui è importante la collaborazione da parte degli uffici e delle parrocchie.

1.4. Il Museo Diocesano. Questo importantissimo elemento del patrimonio dell’Arcidiocesi è stato aperto il 1° luglio 2024, conseguendo un significativo successo di pubblico. A breve, verrà aperta pure la Torre campanaria. Sarà importante consolidare l’afflusso al Museo, anche con esposizioni temporanee, in modo da rinnovare periodicamente l’offerta, e inoltre ampliando l’attenzione all’arte contemporanea. Ringrazio don Enzo Vergine, Ada Toni e Candida Stefanelli per il loro impegno, che risale al governo di mons. Donato Negro.

1.5. L’impegno di animazione dell’Arcidiocesi. Sono ad Otranto da un anno e tre mesi, e continuo ad imparare ogni giorno tante cose che fanno parte della missione che mi è stata affidata. Si tratta di dati pastorali, canonici, amministrativi, economici. A tutto questo mi applico con pazienza ogni giorno, sapendo che comunque l’apprendimento delle norme è necessario, ma più ancora fa l’esperienza. Ringrazio il Vicario generale, don Marcello Mangia, per la collaborazione amichevole e concreta, che mi offre dal primo momento.

Sono felice della gente che ho incontrato in questo tempo, soprattutto in occasione delle celebrazioni liturgiche. Quando ho potuto ho anche partecipato ai convegni organizzati dagli Uffici o dalle varie realtà ecclesiali. Mi sono impegnato altresì nelle catechesi mensili per i giovani e in quelle che mi venivano chieste occasionalmente. Ho incontrato splendide persone, di ogni fascia d’età, e in alcuni casi ho guadagnato nuove amicizie. Ne ringrazio il Signore e poi ognuno di voi.

Ho anche sempre cercato di accettare di intervenire agli incontri a cui venivo invitato dagli ambienti sociali e culturali del nostro territorio: le scuole, l’UniSalento, i centri culturali, i numerosi festival. Ritengo strategico approfittare degli spazi che la società offre alla Chiesa negli areopaghi di oggi.

Ho scritto per l’intera Arcidiocesi una Nota pastorale con gli orientamenti ’23-’24: Con il Signore camminiamo insieme nella fiducia e nella gioia (4 ottobre 2023); e quattro Lettere a tutti i fedeli: Nel segno del Bambino, il dono di un nuovo inizio (25 dicembre 2025); E voi siete tutti fratelli (14 febbraio 2024); Dove non c’è amore, metti amore e troverai amore (25 marzo 2024); Pregare nello Spirito Santo, pregare lo Spirito santo (19 maggio 2024). A ciò si possono aggiungere gli altri brevi messaggi per alcune categorie, o in occasione di feste particolari. Inoltre, sul sito sono pubblicate tutte le mie omelie della prima parte del corrente anno liturgico.

  1. Il cammino da compiere

2.1. Il Giubileo. In comunione con tutta la Chiesa, compiremo il cammino del Giubileo ordinario del 2025. Papa Francesco lo ha indetto con la Bolla Spes non confundit, incentrandolo sulla virtù teologale della speranza. Sono previste dalla Santa Sede le singole scadenze giubilari per le varie categorie ecclesiali e sociali.

A livello diocesano, vivremo l’apertura del Giubileo il 29 dicembre 2024, e poi come Arcidiocesi saremo pellegrini a Roma dal 12 al 14 maggio 2025, in coincidenza con l’anniversario della canonizzazione dei Santi Martiri. Il 1° novembre emanerò un Decreto concernente il Giubileo in Diocesi, ma intanto comunico che saranno meta dei pellegrinaggi per conseguire le indulgenze la Basilica Cattedrale “Maria SS.ma Annunziata” in Otranto; la Basilica “Santa Caterina d’Alessandria”, in Galatina; e i seguenti santuari mariani: “Madonna del Rosario di Pompei”, in Castro; “Maria SS.ma dell’Abbondanza”, in Cursi; “Maria SS.ma di Montevergine”, in Palmariggi; “Madonna delle Grazie”, in Sanarica; “Santa Maria della Consolazione”, in Martano.

Tuttavia, poiché le tre virtù teologali sono interconnesse, nella prospettiva stessa del Giubileo sono stati attivati due laboratori, uno sulla fede, che si occupa delle problematiche relative alla catechesi e alla iniziazione cristiana, e l’altro sulla carità, che affronta i vari aspetti della fraternità. I due laboratori hanno già iniziato ad operare la loro riflessione.

2.2. La fede. La speranza cristiana ha un nome, il nome di Gesù, che nella sua carne ci rivela Dio e con la sua Croce e Risurrezione ci apre la via verso l’eternità. La speranza scaturisce dunque dalla fede e richiama i quattro momenti dell’iniziazione cristiana: l’annuncio del Vangelo, la conversione, la catechesi, i sacramenti.

Si comincia dunque con l’annuncio del Vangelo. Ieri, oggi e sempre, la Chiesa ha il compito di evangelizzare. Anche da noi, nonostante la forte appartenenza identitaria costituita dalle tradizioni cristiane per la cultura salentina, è necessario mettere al primo posto la missionarietà, sia all’estero sia nel nostro stesso territorio. Sull’Osservatore Romano di alcuni giorni fa, si raccontava dell’abbandono della Chiesa da parte dei giovani e delle donne, in quanto gli uni e le altre non se ne sentono accolti e interpretati. È possibile far sì che la secolarizzazione, che dall’Europa Occidentale è ormai scesa nell’Italia Settentrionale, trovi nel nostro Sud la barriera di un nuovo impegno di evangelizzazione e di missione?

La conversione è il compito della vita quotidiana, ma viene favorita da tempi opportuni, come la Quaresima ogni anno, e appunto il Giubileo ordinario a cui ci prepariamo.

La catechesi è stata oggetto della Lettera Una bussola per iniziare alla vita di fede. Coordinate per i percorsi di annuncio, consegnata dai Vescovi delle Chiese di Puglia, in occasione del meeting di Bari dello scorso 21 settembre. Si snoda attraverso i verbi “abitare”, “iniziare”, “annunciare”, “testimoniare”. Chiedo a tutti i parroci e a tutti i catechisti che venga fatta oggetto di lettura e approfondimento, perché costituirà un forte sostegno a questo servizio nella Chiesa, che papa Francesco ha voluto riconosciuto da un apposito ministero.

I sacramenti dell’iniziazione sono un infinito tesoro di grazia, e perciò richiedono una messa in ordine, possibilmente in sintonia con le altre Diocesi pugliesi. In conformità alle norme della Chiesa, occorre precisare l’ordine di conferimento, l’età dei candidati, il ruolo dei padrini e delle madrine. Anche sulle modalità di celebrazione del Matrimonio si interverrà, con l’imminente divulgazione di un Direttorio approvato dalla Conferenza Episcopale Pugliese nella sua ultima riunione.

2.3. La carità. La Chiesa è una famiglia di figli e fratelli, legati fra loro dal vincolo della carità. La Chiesa è una fraternità, che pratica e offre carità. Con le armi della carità, combatte con il male in tutte le sue forme, per fare del nostro mondo uno spazio fraterno.

La fraternità è una sfida anzitutto per la nostra Diocesi e per le comunità parrocchiali e religiose. La capacità di affrontare evangelicamente i conflitti che ci attraversano e di comporli nella comunione è la prima forma di testimonianza.

La fraternità va praticata verso la nostra città. L’ultima Settimana sociale ci ha stimolati a riflettere sulla democrazia, che patisce stanchezza e disaffezione. Lo stesso accade verso l’Unione Europea. I cristiani sono cittadini e, come ha insegnato Paolo VI, la forma più alta di carità è la politica. Ma oggi, quando tutto è connesso, l’intero pianeta è la nostra città, e dobbiamo avere a cuore ogni paese ferito dalla guerra, dalla povertà, dalla violazione dei diritti umani.

La fraternità deve orientarsi come sempre verso i poveri e i fragili, purtroppo in costante aumento.

La fraternità, ancora, francescanamente riguarda l’intero cosmo. L’ecologia integrale è una spiritualità, oltre che una risposta alla crisi climatica, come ci insegna l’enciclica Fratelli tutti.

In modo speciale la Caritas, ma anche le Confraternite e le aggregazioni laicali, sono chiamate a collaborare su tale fronte.

2.4. Il Sinodo e lo stile sinodale. Una particolare espressione di fraternità nella Chiesa è la sinodalità. Oltre al lavoro svolto in Diocesi come contributo al Sinodo, e alla partecipazione del gruppo che ci rappresenterà alle due Assemblee sinodali (15-17 novembre 2024 e 31 marzo – 4 aprile 2025), mi è sembrato importante assorbire e praticare lo stile sinodale, che ci viene insistentemente raccomandato dal Santo Padre. Ne indico alcuni segni.

Il Consiglio episcopale si riunisce una volta al mese, il primo lunedì.

Il Consiglio presbiterale si riunirà quattro volte nell’anno. Abbiamo inoltre le due assemblee del clero, quella di inizio e quella di conclusione dell’anno pastorale.

La formazione permanente coinvolgerà insieme clero e laicato, attraverso quattro appuntamenti, in ambito biblico e sui temi urgenti della democrazia, della presenza della Chiesa nel digitale, e sulle frontiere dell’umano nella cultura contemporanea.

Raccomando di costituire e far funzionare il Consiglio pastorale parrocchiale e quelli vicariali. Quanto prima dovrà il Consiglio pastorale diocesano.

2.5. La ministerialità. Ho detto fin dall’inizio e ribadisco che al primo posto nella mia volontà c’è l’attenzione verso i sacerdoti, che siano santi e santificatori.

In una Chiesa tutta ministeriale, è bene che la nostra Arcidiocesi provveda alla formazione di nuovi candidati al lettorato e all’accolitato, uomini e donne.

Ribadisco inoltre che c’è bisogno di diaconi, che il Papa ha rimandato come una delle tre indifferibili priorità all’ultima plenaria del Dicastero del Clero (insieme alla pastorale vocazionale e alla formazione permanente).

È poi necessario offrire quel ministero di consolazione che è l’esorcistato.

2.6. La riorganizzazione della Curia. A somiglianza di quanto operato nella Curia Romana e di quanto sta operando la CEI a livello nazionale, è bene che anche la nostra Curia venga riorganizzata e ammodernata, e anche arricchita da un maggiore apporto dei fedeli laici. Tale riorganizzazione verrà giustamente portata avanti con l’ascolto di tutti, nei tempi che si riveleranno necessari.

2.7. Le unità pastorali. Anche questo è un tema sul quale occorre avviare una riflessione nel prossimo anno, attraverso un’apposita commissione. Ad essa sarà chiesto di formulare una proposta, che valuteremo insieme. Seguirà, nei tempi che occorreranno, una qualche sperimentazione, che sarà poi sottoposta a verifica.

2.8. Il Consultorio. La famiglia vive una profonda crisi, com’è noto, ed esige un adeguato accompagnamento, sia nella sua forma classica, sia nelle altre forme di cui occorre ormai prendere atto, come chiede Papa Francesco nella Amoris laetitia. Nel prossimo incontro del Consiglio episcopale, studieremo un progetto di rilancio di questo fondamentale strumento pastorale.

2.9. La Cattedrale e i beni culturali. Tutta l’Arcidiocesi è ricchissima di beni culturali, che sono un talento di spiritualità e di evangelizzazione, da mettere a frutto in tutte le sue potenzialità. In questo tesoro, occupa un posto speciale la Cattedrale, una delle più belle di tutto l’Occidente, unica per la presenza dei Santi Martiri e per il mosaico di Pantaleone. È un talento di inestimabile valore, affidatoci dalla Provvidenza, che dobbiamo mettere a frutto in tutte le sue potenzialità evangelizzatrici. Essa necessita di una manutenzione importante e inoltre di una modernizzazione riguardo alla sua fruizione. Con il sostegno di fondi pubblici e di fondi della CEI, si avvierà un lavoro, con l’obbiettivo di portarla allo splendore di cui è degna.

Cari fratelli e care sorelle, vi ringrazio per la presenza e per l’ascolto e per il lavoro che compiremo in questa Assemblea. Facciamo nostra l’esortazione finale della Bolla Spes non confundit: «Lasciamoci fin d’ora attrarre dalla speranza e permettiamo che attraverso di noi diventi contagiosa per quanti la desiderano. Possa la forza della speranza riempire il nostro presente, nell’attesa fiduciosa del ritorno del Signore Gesù Cristo, al quale va la lode e la gloria ora e per i secoli futuri».

Otranto, 7 ottobre 2024

+ Francesco Neri OFMCap
Arcivescovo