Lettera ai fedeli per il Giubileo ordinario e Decreto per le chiese giubilari nell’Arcidiocesi di Otranto

Un anno di grazia nel Signore

Il Giubileo del 2025 nell’Arcidiocesi di Otranto

Carissimi fratelli, carissime sorelle,

il Santo Padre Francesco, con la Bolla Spes non confundit, il 9 maggio 2024, ha indetto il Giubileo Ordinario per l’anno 2025. In Roma il Giubileo inizierà il 24 dicembre 2024, con l’apertura della porta santa nella Basilica di San Pietro, e si concluderà il 6 gennaio 2026. Sono programmate numerose iniziative, sia a Roma sia in molte altre sedi giubilari, ma è previsto che il Giubileo venga vissuto anche nelle Chiese particolari.

  1. Il Giubileo nella vita della Chiesa e il dono dell’indulgenza

Già per il popolo di Israele, la Legge di Mosè aveva stabilito un anno santo, il cinquantesimo anno, annunciato dal suono di un corno (che in ebraico si chiama yobel), un anno di liberazione, che prevedeva la restituzione delle terre agli antichi proprietari, la remissione dei debiti, la liberazione degli schiavi e il riposo della terra (cf Levitico 25, 8-10).

Il Signore Gesù, nella sinagoga di Nazaret, legge il profeta Isaia applicandolo a sé, proclamando di essere venuto a «predicare un anno di grazia del Signore» (Luca 4, 19).

Nella vita della Chiesa il Giubileo è il tempo dell’incontro con il Signore, in cui ricevere in modo più intenso il dono della Grazia e della misericordia, e così – riconciliati con Lui – riconciliarci con ogni uomo e ogni donna, e con tutte le creature.

La vocazione dell’uomo è l’unione con Dio. Il peccato, in quanto rompe la comunione con Dio, produce una colpa, e implica una pena. La pena è eterna in caso di peccato mortale, ed è temporale in caso di peccato veniale. Grazie alla Pasqua di Cristo e al dono dello Spirito Santo, la colpa viene rimessa nel sacramento della Riconciliazione, oltre che nel Battesimo. Rimane da smaltire la pena, che è uno strumento di purificazione.

Attingendo al potere ricevuto dal Signore di “legare e sciogliere” (cf Matteo 18, 18), e appoggiandosi alla Comunione dei Santi, la Chiesa concede l’indulgenza ai suoi fedeli, cioè l’eliminazione parziale o tale della pena temporale, per sé o per le anime del Purgatorio.

Per ottenere l’indulgenza plenaria, oltre l’esclusione di qualsiasi affetto al peccato anche veniale, è necessario eseguire l’opera a cui è legata l’indulgenza, e adempiere a tre condizioni: la confessione sacramentale, la comunione eucaristica, e la preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice.

Si adempie pienamente la condizione della preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice, recitando la Professione di fede, un Padre nostro e un’Ave Maria; è lasciata tuttavia libertà ai singoli fedeli di recitare qualsiasi altra preghiera secondo la pietà e la devozione di ciascuno.

Le tre condizioni possono essere adempiute parecchi giorni prima o dopo aver compiuto l’opera prescritta; tuttavia è conveniente che la comunione e la preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice siano fatte nello stesso giorno, in cui si compie l’opera.

I fedeli potranno conseguire l’indulgenza giubilare anche se parteciperanno alle Missioni popolari, a esercizi spirituali o ad incontri di formazione sui testi del Concilio Vaticano II e del Catechismo della Chiesa Cattolica, da tenersi in una chiesa o altro luogo adatto, secondo la mente del Santo Padre.

I fedeli che, a favore delle anime del Purgatorio, avranno compiuto un’opera di carità tra quelle indicate di seguito nel paragrafo 4, se si accosteranno legittimamente alla comunione Eucaristica una seconda volta nello stesso giorno all’interno di una Santa Messa, potranno conseguire due volte nel medesimo giorno l’indulgenza plenaria, applicabile soltanto ai defunti.

  1. Il Giubileo nella Chiesa Idruntina

Desidero ora comunicarvi in quali modalità la nostra Arcidiocesi è chiamata a vivere questo anno di grazia nel Signore.

In comunione con tutte le Chiese particolari, la Chiesa Idruntina aprirà solennemente l’Anno giubilare domenica 29 dicembre 2024. Inizieremo radunandoci presso la Chiesa di Sant’Antonio in Otranto alle ore 17.00. Da qui, preceduti dalla Croce giubilare, compiremo un breve pellegrinaggio verso la Cattedrale, dove poi celebreremo solennemente l’Eucaristia. Nel pomeriggio del 29 non si celebreranno altre Sante Messe in Arcidiocesi.

Nei giorni dal 12 al 14 maggio 2025 saremo insieme pellegrini a Roma, dove visiteremo le Basiliche Maggiori e parteciperemo all’udienza con il Papa.

Il Giubileo si concluderà poi, per la Chiesa Idruntina, domenica 28 dicembre 2025, secondo modalità che verranno comunicate a tempo debito.

  1. I pellegrinaggi e le visite ai luoghi sacri

Il pellegrinaggio è un elemento costitutivo del Giubileo. È un’espressione della vita di fede, e anzi della vita stessa, poiché siamo pellegrini che, mossi dal desiderio, si mettono in cammino, attraverso le alterne vicende dell’esistenza, fino alla meta dell’incontro con Dio e della piena comunione con Lui nell’eternità.

A tale proposito, viste le Norme sulla concessione dell’indulgenza durante il Giubileo ordinario del 2025, emanate dalla Penitenzieria Apostolica il 13 maggio 2024,

DECRETO

che nell’Arcidiocesi Idruntina, a partire dall’apertura dell’Anno giubilare a livello diocesano, il 29 dicembre 2024, fino alla sua chiusura, il 28 dicembre 2025, saranno Chiese giubilari per i pellegrinaggi:

la Basilica Cattedrale “Maria SS.ma Annunziata”, in Otranto;

la Basilica “Santa Caterina d’Alessandria”, in Galatina;

il Santuario “Madonna del Rosario di Pompei, in Castro;

il Santuario “Maria SS.ma dell’Abbondanza”, in Cursi;

il Santuario “Maria SS.ma di Montevergine”, in Palmariggi;

il Santuario “Madonna delle Grazie”, in Sanarica;

la Chiesa “Santa Maria della Consolazione”, in Martano.

Inoltre, costituiranno luoghi sacri per le pie viste tutti i santuari mariani dell’Arcidiocesi.

Nondimeno, anche i fedeli veramente pentiti, che non potranno partecipare alle solenni celebrazioni, ai pellegrinaggi e alle pie visite per gravi motivi (cioè le monache di clausura, gli anziani, gli infermi, i reclusi, come pure coloro che, in ospedale o in altri luoghi di cura, prestano servizio continuativo ai malati), potranno conseguire l’indulgenza giubilare, alle medesime condizioni di quanti compiono un pellegrinaggio se, uniti in spirito ai fedeli in presenza, particolarmente nei momenti in cui le parole del Sommo Pontefice o del Vescovo diocesano verranno trasmesse attraverso i mezzi di comunicazione, reciteranno nella propria casa o là dove l’impedimento li trattiene (ad es. nella cappella del monastero, dell’ospedale, della casa di cura, del carcere) il Padre Nostro, la Professione di Fede e altre preghiere conformi alle finalità dell’Anno Santo, offrendo le loro sofferenze o i disagi della propria vita.

  1. Le opere di misericordia e di penitenza

L’indulgenza giubilare è connessa ad opere di misericordia, che si pongano nella storia come concreti segni di speranza. La misericordia che riceviamo da Dio, dobbiamo a nostra volta ritrasmetterla, ed è su questo che il Signore ci giudicherà (cf Matteo 25, 31-46). È bene ricordarle e impararle a memoria, perché ogni giorno ci dona tante opportunità di praticarle. Le opere di misericordia corporale: dare da mangiare agli affamati, dare da bere agli assetati, vestire gli ignudi, accogliere i forestieri, assistere gli ammalati, visitare i carcerati, seppellire i morti. E le opere di misericordia spirituale: consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e per i morti. Compiere una di tali opere permetterà di ottenere l’indulgenza plenaria, alle condizioni che ho indicato, anche quotidianamente.

In quanto lo spirito di conversione è sostanziale nel Giubileo, l’indulgenza plenaria potrà essere ottenuta anche con iniziative penitenziali. Suggerendo di riscoprire il valore penitenziale del venerdì, la Penitenzieria Apostolica ce ne offre alcuni esempi: astenersi almeno durante un giorno da futili distrazioni, anche virtuali, come quelle indotte dai media e dai social; astenersi da consumi superflui, e devolvere una proporzionata somma in denaro ai poveri; sostenere opere di carattere religioso o sociale, in specie a favore della difesa e protezione della vita in ogni sua fase e della qualità stessa della vita, dell’infanzia abbandonata, della gioventù in difficoltà, degli anziani bisognosi o soli, dei migranti; dedicare una congrua parte del proprio tempo libero ad attività di volontariato, che rivestano interesse per la comunità o ad altre simili forme di personale impegno.

  1. Ancoràti alla speranza

Carissimi fratelli, carissime sorelle, gioiamo fin da ora per la grazia che il Signore ci donerà nell’Anno giubilare: «Noi, che abbiamo cercato rifugio in lui, abbiamo un forte incoraggiamento ad afferrarci saldamente alla speranza che ci è proposta. In essa infatti abbiamo come un’àncora sicura e salda per la nostra vita» (Ebrei 6, 18-19).

Ci accompagnino nel pellegrinaggio i Santi Antonio Primaldo e Compagni, che aggrappati alla speranza hanno affrontato vittoriosamente il combattimento del martirio.

Maria SS.ma, Stella della Speranza, ci conduca nei sentieri del tempo, in questo Giubileo e sempre, all’incontro con Dio Padre, per mezzo del Figlio, nello Spirito Santo. Amen.

 

Otranto, 1° novembre 2024, Solennità di Tutti i Santi

+ Francesco Neri OFMCap
Arcivescovo

Sac. Francesco Greco

Cancelliere Arcivescovile

Registro “Nomine e Decreti Arcivescovili” n° 21/2024