Ormai alle porte della Solennità del Santo Natale la Liturgia ci aiuta ad entrare nel grande mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio che vede come protagonisti sicuramente la Seconda Persona della Trinità, come ci ricorda la Seconda Lettura, e la giovane Maria di Nazareth come ci dice la pagina evangelica. Elisabetta, pur destinataria di un atto di grazia da parte di Dio per il concepimento di Giovanni il Battista, riconosce in Maria la “madre del suo Signore”, riconosce in Maria “colei che ha creduto che si sarebbero compiute le cose dette dal Signore per lei”, tanto che Agostino dice della Vergine Santa che “se fu beata per aver concepito il corpo di Cristo, lo fu maggiormente per aver accettato la fede nel Cristo” (Discorso 72/A,7). Qui è posta l’obbedienza di Maria, nell’accettare la volontà di Dio, come ricorda la Costituzione Dogmatica “Lumen Gentium”, sulla Chiesa, del Concilio Ecumenico Vaticano II: “Maria non fu strumento meramente passivo nelle mani di Dio, ma che cooperò alla salvezza dell’uomo con libera fede e obbedienza” (LG 56).
Alla scelta di Maria precede dall’eternità la scelta e l’obbedienza del Figlio di Dio alla volontà del Padre che l’autore della Lettera agli Ebrei dice essere quella di rendere santi i credenti. Questa volontà divina è intimamente connessa con l’azione sacrificale di Gesù, perché la sua obbedienza al volere di Dio è incarnata e il suo sacrificio coinvolge il corpo che Cristo assume da Maria. Anche il profeta Michea, che pronunzia un oracolo su Betlemme, città di Davide, annunzia la venuta del “dominatore di Israele” le cui origini si perdono nell’eternità, come sottolineato dalla coppia di termini “tempi antichi, giorni dell’eternità”. Colui che è fuori dal tempo, perché è da sempre, sceglie la temporalità espressa nelle tre Letture dalla menzione di Betlemme (I Lettura), dal sacrificio compiuto una volta per tutte (II Lettura) e dalla Vergine Maria stessa, donna storica (Vangelo) per redimere l’umanità con il suo unico e perfetto sacrificio. Siamo portati dalla Liturgia della Parola di questa Quarta Domenica di Avvento a guardare il Natale ormai vicino nella prospettiva futura della Pasqua.
Don Tiziano Galati
Responsabile dell’Apostolato Biblico
Ufficio Catechistico