La Cattedrale

Dal 1080 ai giorni nostri

La storia della Cattedrale di Otranto

Elevata dal 1080 al 1088, su insediamenti precedenti messapico, romano e paleocristiano, è una sintesi armoniosa di elementi bizantini, paleocristiani e romanici.

Facciata della Cattedrale

Fu consacrata il primo agosto 1088 dal Legato Pontificio Roffredo Arcivescovo di Benevento, e prelati consacranti furono, oltre Guglielmo, Arcivescovo di Otranto (1080-1089), Alberto Arcivescovo di Taranto e Godino Arcivescovo di Brindisi.

Di forma basilicale a croce latina, è ampia mt. 53 e larga mt. 25; ha tre navate, scandite da 14 agili e svelte colonne marmoree con capitelli, abachi ed echini, su cui si elevano archi semifalcati; un vasto bema e tre absidi semicircolari; il tetto a capriate; 12 finestre nella navata centrale e 6 in quelle laterali.

Di singolare pregio è il mosaico pavimentale, che occupa la navata centrale, il transetto e l’abside. Commissionato dall’Arcivescovo Gionata (1163-1179) ed eseguito dal presbitero Pantaleone dal 1163 al 1165, esso raffigura la "Storia della salvezza". Nel secolo XIII, la Cattedrale fu tutta affrescata, ma nel 1480 i Turchi la trasformarono in Moschea e, facendo un atto di loro religione, distrussero gli affreschi, risparmiando solo l’immagine della Madonna, che essi venerano come madre del profeta Cristo. Nel 1481, le truppe di liberazione di Alfonso di Aragona demolirono la facciata e il lato ovest, che furono rifatti nello stesso anno. Nel 1482, l’abside di destra fu allargata per dare degna sepoltura ai resti dei gloriosi Martiri di Otranto.

Interni Cattedrale

Cappella S.S. Martiri

Nel 1693, l’Arcivescovo Francesco Maria De Aste (1690-1719) coprì la navata centrale e il presbiterio con un cassettonato di stile moresco, abbattendo l’iconostasi e costruendo un arco trionfale. Inoltre, chiuse le scale di accesso alla Cripta e fece costruire una scala a chiocciola. Donò il paliotto in argento dell’altare maggiore. Rivestì di marmo la Cappella dei Martiri e ne collocò i resti in sette grandi armadi a muro.

Nel 1747, l’Arcivescovo mons. Michele Orsi (1722-1752) curò un artistico altare maggiore con marmi pregiati; un coro ligneo in noce, la balaustra in marmo del presbiterio, la Cappella del Ss.mo Sacramento e i due fronti delle cappelle delle navate laterali, le acquasantiere, le tavole dipinte che coprono le capriate del transetto e stuccò le pareti. Nell’eseguire questi lavori, coprì diversi metri quadri del mosaico pavimentale.

Navata centrale

Dettaglio soffitto

Nel 1827, l’Arcivescovo mons. Andrea Mansi (1818-1832) curò le tavole dipinte che coprono le capriate delle due navate laterali.

Nel 1937, l’Arcivescovo mons. Cornelio Cuccarollo (1930-1952) iniziò i lavori di restauro per riportare la Cattedrale allo stile originale. Rimosse gli stucchi dalle pareti, ma non poté continuare a causa della guerra.

Nel 1953, l’Arcivescovo mons. Raffaele Calabria (1952-1960) riprese i lavori. Ripulì quasi tutte le pareti dagli stucchi e, per liberare il mosaico, demolì il coro, l’altare, la balaustra. Fece riaprire le scalinate della cripta, di cui curò la pulitura degli archi, le finestre a spiovente, il pavimento.

Nel 1986, l’Arcivescovo mons. Vincenzo Franco (1981-1993) ha fatto staccare il mosaico della navata centrale che minacciava di perdersi per infiltrazioni di acqua, rimuovendo il sottofondo e curandone un altro più compatto. Nell’esecuzione di tali lavori sono stati rinvenuti resti di una chiesa paleocristiana, un mosaico tardo-romano del IV-V secolo e due tombe messapiche.

Dettaglio facciata

Campanile

I lavori di restauro del mosaico pavimentale della navata centrale e della sistemazione del presbiterio sono stati eseguiti dalla Soprintendenza Regionale di Bari negli anni 1986-1992.

Con l’Arcivescovo mons. Donato Negro, nella Cattedrale, sono stati eseguiti lavori di consolidamento e restauro dei cassettonati lignei del presbiterio e della navata centrale (2002-2005); della facciata e superfici esterne e torre campanaria (2005-2008); del settecentesco pulpito ligneo (2014).

La Cattedrale, dichiarata Monumento Nazionale nel 1870 ed elevata a Basilica Minore il 12 luglio 1945, ricca di arte e di fede, è meta continua di studiosi, italiani ed esteri, di turisti e di pellegrini che, da ogni parte del mondo, vengono per venerare i Santi Martiri e per ammirare la maestosità del tempio e del mosaico pavimentale.

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