Donato Negro – 28 maggio 2020
Omelia per la Messa Crismale
«La potenza pasquale di questo sacrificio
elimini, Signore, in noi
le conseguenze del peccato e ci faccia crescere
come nuove creature».
(Sulle offerte)
Fratelli,
la liturgia crismale ci ripropone questa bellissima pagina del Vangelo di Luca in cui sono delineati, in via inaugurale, i tratti portanti del ministero di Gesù.
1. La scena
La scena ci è nota e i particolari dell’evento bene impressi nella nostra memoria. Entrato, come al solito, di sabato, nella sinagoga, Gesù fa suo il testo del profeta Isaia e lo esibisce come la propria carta d’identità, il documento del suo servizio.
In verità, il Nazareno, che ritorna in Galilea nella potenza dello Spirito Santo, già gode – lo riferisce Luca – di una fama diffusa per tutta la Palestina e delle lodi di tutti (cf. Lc 4, 14-15). Tuttavia il nostro testo acquisisce la sua piena significazione nello sviluppo della narrazione evangelica, man mano che si succedono gli incontri e gli scontri, si palesano le incomprensioni e le riprese, soprattutto là dove affiorano le paure nell’ora delle decisioni forti e improcrastinabili. La citazione di Isaia, in effetti, più che consuntiva è programmatica in ordine a quanto accadrà successivamente:
«Lo Spirito del Signore è su di me,
per questo mi ha consacrato con l’unzione.
Mi ha inviato a portare la buona novella ai poveri,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ridare ai ciechi la vista,
a proclamare l’anno di grazia del Signore».