Con la Domenica delle Palme entriamo nella Santa Settimana. Siamo invitati a seguire Gesù, a contemplarlo e adorarlo, a meditare gli eventi della salvezza. La domenica delle Palme è chiamata anche Domenica della Passione del Signore, perché «due antiche tradizioni plasmano questa celebrazione liturgica, unica nel suo genere: l’usanza di una processione a Gerusalemme e la lettura della Passione a Roma» (Direttorio omiletico 77). Perciò, continua il documento, «l’esuberanza che circonda l’entrata regale di Cristo [a Gerusalemme], lascia immediatamente il posto a uno dei Canti del Servo Sofferente e alla solenne proclamazione della Passione del Signore». Così si entra subito nel clima della Settimana Santa, degli eventi dell’ultima settimana di Gesù a Gerusalemme, la quale si è rivelata come il culmine della sua vita terrena e il cuore della sua missione divina.
Gesù è il Re Messia atteso dalle Scritture: con Lui si entra in Gerusalemme, dove le profezie si compiranno. Si celebra nella Domenica delle Palme una liturgia ricca, pervasa del Mistero in cui siamo entrati: Gesù è il Salvatore profetizzato da Isaia nei carmi del Servo sofferente (I lettura). Il servo che porta la salvezza del Signore non è uno che ha già in tasca facili ed efficaci soluzioni. È descritto come un discepolo, qualcuno che ogni mattina ha bisogno di mettersi in ascolto della realtà, per poter compiere la sua missione di salvezza confidando unicamente nella forza del bene. Egli è il Dio fatto uomo per la nostra salvezza, ha percorso la sofferenza e la morte di croce, è il Risorto, il Signore (II lettura); il suo sacrificio, con cui ha strappato l’uomo al peccato e alla morte, è preludio della vittoria a cui si è tutti chiamati.
Don Tiziano Galati
Responsabile dell’Apostolato Biblico
Ufficio Catechistico