All’inizio del cammino quaresimale, che ha preso il via il Mercoledì delle Ceneri, ci viene detto che la forza del Male può essere vinta solo grazie ad una intima e profonda relazione con Dio Padre. Il diavolo personifica la radicalità del male, che attraversa la persona umana e la spinge a chiudersi in se stessa separandosi dalla trama delle relazioni che la realizzano e dalla relazione fondamentale che permette tutte le altre. Luca costruisce in modo raffinato il suo racconto: dice che per tutti i quaranta giorni Gesù è tentato e al termine, dopo aver digiunato ogni giorno, “ebbe fame”.
Tutto questo significa che Gesù vive pienamente l’esperienza umana come relazione filiale con il Padre, ma questa non annulla la percezione della debolezza umana: la fede accompagna tutta la vita di Gesù, la fede fa percepire all’uomo la “sua fame”, la sua radicale non autosufficienza. Alla triplice tentazione del Satan, del divisore, Gesù oppone un triplice rifiuto: Gesù non nega la grandezza del suo essere Figlio di Dio, rifiuta di interpretarla come suo possesso, come potere da esercitare a proprio favore.
Il suo essere figlio di Dio è puro dono che gli viene dato. Gesù, invece di mostrare la sua forza come un eroe, cita una Parola che non è sua ma di Dio: citando il Deuteronomio, egli afferma che la sua identità di figlio di Dio, dipende dalla libertà con cui aderisce alla sola volontà del Padre che lo precede e fonda la sua esistenza. Per tre volte il diavolo suggerisce a Gesù di sfruttare il suo essere figlio di Dio per sfuggire ai limiti della condizione umana e, per questo, usa parole della Scrittura: è sottesa alle tre tentazioni quella fondamentale, la pretesa di piegare Dio a proprio vantaggio.
Il triplice rifiuto di Gesù è in realtà il rifiuto dell’immagine di Dio onnipotente che genera una concezione della fede ridotta a strumento di manipolazione religiosa. Il diavolo tornerà al momento fissato, quando riapparirà il tentatore, che è la croce: per tre volte verrà ricordato al Crocifisso che, se è il Messia, ha il potere di salvare se stesso. Ma egli si abbandonerà nelle braccia del Padre che gli donerà la pienezza della vita.
Don Tiziano Galati
Responsabile dell’Apostolato Biblico
Ufficio Catechistico