Nel Prefazio che la Liturgia ci consegna per questa Solennità ascolteremo: “Tu hai preservato la Vergine Maria da ogni macchia di peccato, perché, piena di grazia, diventasse degna Madre del tuo Figlio”. Queste parole richiamano quelle che l’arcangelo Gabriele rivolge a Maria nell’annunziare la sua Maternità divina, indicando che la Grazia di Dio ha agito in Maria in maniera preventiva. Dio nella sua benevolenza per gli uomini ha eletto Maria come Madre del Suo Figlio. Ora, nell’annunzio di Gabriele, questa grazia che è data da sempre, per cui noi consideriamo Maria Immacolata, senza macchia, senza tensione al peccato fin dal suo concepimento, diventa una Grazia attuale, presente ricoprendo la Vergine di Nazareth.
Il linguaggio usato qui dall’Arcangelo richiama la presenza della nube sul Santuario mobile che Dio aveva ordinato a Mosè di costruire e che garantiva la Sua presenza in mezzo all’antico Israele. Così Dio accompagna il suo popolo nel deserto, così si manifesta sul Sinai a Mosè e al popolo mentre è alle falde del monte, ma anche nella consacrazione della Dimora da parte di Mosè o nella consacrazione del Santuario di Gerusalemme da parte di Salomone. Si legge infatti che “la nube coprì la tenda del convegno e la gloria del Signore riempì la Dimora. Mosè non poté entrare nella tenda del convegno, perché la nube sostava su di essa e la gloria del Signore riempiva la Dimora” (Es 40,34-35) e più o meno con le stesse parole viene descritta la scelta del Signore di abitare il Santuario che troviamo nel capitolo 8 del primo libro dei Re (8,10-13). Dire allora che Maria è adombrata dallo Spirito di Dio è dire che Lei è la nuova Dimora di Dio, la Nuova Arca dell’Alleanza come la invochiamo nelle Litanie Lauretane e significa dire che Maria appartiene tutta a Dio.
Don Tiziano Galati
Responsabile dell’Apostolato Biblico
Ufficio Catechistico