Commento al Vangelo

Commento al Vangelo. Solennità di Maria Santissima Madre di Dio – Anno C

La riflessione di Don Tiziano Galati

All’inizio del nuovo anno civile siamo provocati dalla Liturgia attraverso la Solennità della Divina Maternità di Maria e dalla pagina evangelica che ci viene proposta. I pastori, a cui è stato rivolto l’annunzio da parte delle schiere celesti della nascita nel mondo del Salvatore, vanno in fretta verso il luogo indicato dagli angeli. Proprio l’indicazione della fretta, di cui già Luca aveva fatto menzione nel suo Vangelo quando dice che Maria “andò in fretta verso la regione montuosa”, verso la casa di Elisabetta (Lc 1,39), ci dice che l’esperienza dei pastori è un’esperienza di fede, è obbedienza alla parola di Dio manifestatasi attraverso l’annunzio degli angeli.

I pastori trovano un segno che in realtà è un non-segno per la sua quotidianità, per la sua assoluta non eccezionalità: una puerpera, un padre e un bimbo adagiato nella mangiatoia. In quel segno dell’estrema povertà di Dio i pastori riconoscono Colui che era stato annunciato a loro per primi, a loro che non erano considerati personaggi rappresentativi o importanti negli ambienti del potere. I pastori, lontani dall’ambiente sacrale del Santuario, al limite dell’impurità legale perché vivevano con gli animali e non con gli uomini, al confine della scala sociale, sono i primi missionari e testimoni di quella lieta notizia che l’angelo aveva portato loro (2,10-11), essi si sono lasciati portare da Gesù, l’hanno riconosciuto, facendo un’iniziale esperienza di fede e ora possono testimoniarla.

La gioia annunciata loro diventa stupore non solo per loro ma per quanti sono accorsi al luogo della nascita. Se lo stupore, che è la reazione umana davanti all’opera meravigliosa di Dio, caratterizza la comprensione dei pastori, di quanti ascoltano, forse dello stesso Giuseppe, di Maria si dice che “custodiva queste cose meditandole nel suo cuore” (2,19). Custodire e meditare indicano che Maria conosceva il vero significato degli avvenimenti e ne comprendeva a pieno il senso: è l’esperienza di fede che cresce e progredisce nella comprensione del mistero divino. Questa comprensione dell’evento Cristo è compiuta da Maria, e da Giuseppe insieme con lei, nell’atto della circoncisione che segna l’ingresso di Gesù nell’alleanza di Abramo e sotto la Legge di Mosè e nell’imposizione del nome Gesù con cui il bambino era già stato annunziato (Lc 1,31 nell’annunciazione, e Mt 1,21 nel sogno di Giuseppe).

Don Tiziano Galati
Responsabile dell’Apostolato Biblico
Ufficio Catechistico