Attraverso il racconto di due parabole, Gesù ci dice qualcosa del Regno di Dio: ha una forza sua propria che prescinde dall’impegno umano; è una realtà nascosta, piccola, ma con una grande prospettiva futura di realizzazione.
Il contesto in cui vengono collocate queste parabole è quello della crisi galilaica del ministero di Gesù, cioè quando il messaggio del rabbì di Nazareth non viene accolto, e questi racconti sarebbero una risposta. Gesù afferma solennemente che il Regno è opera di Dio e non degli uomini. Entrambe le parabole, infatti, mettono in chiara evidenza l’inadeguatezza e l’assoluta irrilevanza degli strumenti umani, che Dio usa per realizzare il suo Regno.
In altri termini, la Prima Lettura si colloca in questa prospettiva della libera e piena iniziativa di Dio: «Sapranno tutti gli alberi della foresta che io sono il Signore…» (Ez 17,24).
Commentando questo testo il Cardinale Carlo Maria Martini scrive: «Gesù vuole dire agli apostoli, che temono perché la parola è respinta, che la parola fa frutto a suo tempo. Bisogna avere fiducia, perché la parola seminata va avanti da sola. Buttatela quindi con coraggio, non tenetevi indietro dicendo che il terreno non va e bisogna aspettare condizioni migliori, non crediate di essere voi i padroni della parola. Voi spargetela e poi andate pure a dormire; non pensateci più, ed essa da sola porterà frutto… questa parola ci presenta un insegnamento di fiducia assoluta che la parola, da sola, fruttificherà. La terza parabola – quella del granello di senape – è anch’essa adattata a questa situazione. Gli apostoli che sono attorno a Gesù vedono, ad un certo punto, che il loro gruppo rimane un piccolo gruppo, non si sviluppa, molta gente non prende seriamente il Maestro. Ed egli risponde ai loro muti interrogativi con la parola del grano di senapa, del piccolo seme. Non abbiate paura – dice – il Regno di Dio comincia con poco. Non vogliate pretendere chissà quali risultati; lasciate che le cose si sviluppino gradualmente: da piccoli semi, da invisibili inizi, nascerà il grande successo del Regno di Dio…Gesù educa i suoi – e la Chiesa primitiva ripete questo insegnamento ai catecumeni – a chiudere gli occhi su ciò che sembra realtà perché si vede e ad aprirli su ciò che è; cioè, sulla realtà misteriosa del Regno di Dio che sta fruttificando silenziosamente, mentre noi non ce ne accorgiamo, e darà frutto a suo tempo» (MARTINI, C.M., L’itinerario spirituale dei Dodici, Roma 1983).
Don Tiziano Galati
Responsabile dell’Apostolato Biblico
Ufficio Catechistico