Con l’annuncio profetico della gioia riservata alla città santa, (il paese è nella massima miseria morale!), questa terza domenica di Avvento ci dispone più direttamente alla venuta del Signore nel Natale. La gioia che pervade la Chiesa non è solo certezza che il Signore è vicino, ma è pure un impegno a prepararci al giudizio di Dio che il Verbo incarnato ormai continua a diffondere nel mondo. Non basta instaurare un nuovo rapporto con Dio ma occorre pure instaurare nuovi rapporti con il prossimo, come ci richiama lo stesso precursore del Messia nel suo messaggio. Accogliamo con cuore docile queste esortazioni di Giovanni, rivolte a noi che siamo il popolo della «buona novella» che salva.
Prima lettura (Sof 3,14-18)
Poco prima del regno di Giosia, in un contesto di massima miseria morale, il profeta pronuncia un messaggio abbastanza pessimista; tuttavia alla fine vede profilarsi una luce di speranza nell’azione del riformatore Giosia e della scomparsa della minaccia degli Assiri. La gioia di Gerusalemme, che diventa festa («rallegrati») per la presenza del Signore in mezzo al suo popolo («figlia di Sion») fino ad espandersi in danza di esultanza («esulterà di gioia per te»), trovano il vero compimento nel racconto dell’annunciazione in san Luca.
Seconda lettura (Fil 4,4-7)
La conclusione della lettera dell’apostolo, dove il messaggio della gioia che è caratteristica dei tempi messianici è dominante, ci illumina sulle motivazioni di questo atteggiamento che ci è richiesto per attendere la venuta del Signore. La vicinanza del Signore è un dato forte e chiaro della vita cristiana, perché Egli è prossimo a chi lo teme e lo prega. L’esperienza della sua presenza non dipende da avvenimenti speciali o anche dal credere in utopiche apparizioni. L’esperienza di Dio-con noi è la scelta della nostra apertura al prossimo.
Vangelo (Lc 3,10-18)
Il messaggio del Precursore è centrato sulla contrapposizione del suo battesimo di penitenza, accompagnato dalla riforma della vita, al battesimo di Gesù compiuto nello Spirito e nel fuoco purificatore attraverso un giudizio che avrebbe separato il grano dalla paglia.
La tradizione profetica, a cui si ispira l’ultimo profeta dell’Antico Testamento, è di tipo escatologico (cf. Am 9,9-12; Is 44,3; Ez 36,25-27 ecc.).
Solo la conversione («che cosa dobbiamo fare?») diventa la condizione per accogliere la buona novella, il lieto annuncio del Cristo che viene.
CANTI:
Ingresso
Antifona di ingresso:
Rallegratevi sempre nel Signore, ve lo ripeto:
rallegratevi. Il Signore è vicino! (Cf. Fil 4,4.5)
Rallegratevi (M. Frisina, Salvatore del mondo)
… ogni altro canto che si ispira a questa antifona.
È bene che non venga sostituito il tema dell’antifona con altri canti generici dell’avvento.
Il “la” della celebrazione nasce dall’antifona di ingresso che è bene prendere in considerazione e cantarla. Tanti i compositori che l’hanno musicata. E neanche vale qualsiasi canto di gioia o rallegramento… Più impegno da questo punto di vista.
Salmo Responsoriale
Dal Sussidio diocesano “La nostra Messa”
Offertorio
Vieni, Signore, non tardare (M. Frisina, Salvatore del mondo)
Alla Comunione
Antifona alla comunione
Dite agli smarriti di cuore: «Coraggio, non temete!
Ecco il vostro Dio. Egli viene a salvarvi»
Il deserto fiorirà (M. Frisina)
Giovanni (M. Frisina)
Benché sia notte (M. Frisina, Salvatore del mondo)