Don Bruno Bignami oggi a Otranto per parlare di democrazia

“I problemi sociali si risolvono con tante persone, non con una”

L’Auditorium Porta d’Oriente di Otranto ha ospitato questa sera “AL CUORE DELLA DEMOCRAZIA”, incontro di formazione per sacerdoti e laici con don Bruno Bignami, Direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della CEI.
L’appuntamento di oggi è nato dal desiderio dell’Arcivescovo Francesco Neri di riportare, da Trieste a Otranto, la ricchezza della 50^ Settimana sociale dei cattolici in Italia.

A introdurre l’incontro Daniela Vantaggiato, direttore dell’Ufficio della Pastorale Sociale e del Lavoro.

Padre Francesco Neri, in apertura, ha voluto dedicare un pensiero a Giovanni, il ragazzo otrantino scomparso prematuramente oggi, per il quale ha chiesto alcuni secondi di silenzio.
“È un primo esperimento fra preti e laici”, ha detto Padre Francesco. “È importante questa procedura sinodale, tutti abbiamo una posizione e dobbiamo aiutarci reciprocamente, come vuole papà Francesco. IO. Ognuno pensa a se, c’è uno sfrenato individualismo. Siamo alla deriva individualistica. Invece NOI è il pronome della Chiesa. La democrazia è un NOI perché nasce per integrare. Tutto ciò che ci aiuta a rinforzare questo NOI è un aiuto”.

Cristina Alemanno, Presidente dell’Azione Cattolica diocesana, ha poi dialogato con don Bruno il quale ha chiarito il ruolo che ha avuto la settimana sociale: “È quello di chiederci nel momento storico in cui viviamo quale contenuto possiamo offrire come mondo cattolico perché il nostro Paese possa affrontare i problemi che ha. L’ultima settimana sociale a Trieste nel luglio scorso ha affrontato il tema della democrazia. Il presidente Mattarella ha detto che c’è un analfabetismo della democrazia. E Papa Francesco, che la democrazia non gode di buona salute. Quindi entrambi hanno detto che la democrazia è in affanno“.
Ha poi parlato del metodo di Trieste: “È un metodo sinodale: ci si ritrova, si mette in mezzo una questione, ognuno dice la sua e chiede agli altri di sottolineare un tema. Bisogna recuperare questo metodo. È nata la cosiddetta ‘Rete di Trieste’, comprende anche amministratori che hanno deciso di iniziare a camminare insieme, seppur con orientamenti diversi”.
Don Bruno ha poi parlato dei giovani: “Dobbiamo coinvolgere i giovani in progetti di cura del territorio. Una società che osserva ma non interagisce non è una società che agisce. È necessario lavorare con i giovani”.
“Viviamo in una stagione molto problematica, fragile, e dobbiamo abitarla avendo cura della democrazia. Chi ha responsabilità deve imparare che la democrazia non è una perdita di tempo. I problemi sociali si risolvono con tante persone, non con una. Bisogna partire dal presupposto che le persone abbiano tanto da offrire al territorio. Saper tessere reti, questo è un criterio importante”.

Ampio spazio è stato poi lasciato al dibattito con interventi del pubblico presente.

“In primavera attiveremo le piazze di democrazia nella diocesi. E dopo l’estate organizzeremo un percorso di formazione di dottrina sociale della Chiesa. Continuiamo con questo discorso e speriamo che l’entusiasmo sia sempre alto. Ritroviamoci in questo fare rete, facciamo insieme un mosaico collaborativo”, ha concluso Mons. Neri.