“Guardate, fratelli, l’umiltà di Dio”

La riflessione dell'Arcivescovo per la Solennità del Corpus Domini

La comunità ecclesiale di Otranto si ritroverà domenica 2 giugno, alle ore 19, in Cattedrale per celebrare insieme la Solennità del Corpus Domini. Seguirà la processione per le vie della città. Per prepararsi a questa festa così importante, l’arcivescovo Francesco Neri propone la riflessione che pubblichiamo di seguito.

La santità è l’attributo essenziale di Dio. Egli è il Trascendente, il Totalmente Altro, l’Invisibile, l’Indicibile. Così nell’Eucaristia risplende la sua santità. Ma per san Francesco d’Assisi la santità di Dio si attribuisce al suo essere, perché prima si manifesta nel suo amore. La trascendenza di Dio si manifesta nella sua stupefacente prossimità, cioè nella scelta dell’umiltà, che risplende nell’incarnazione, nella passione e appunto nell’Eucaristia: “Oh ammirabile altezza e favore stupendo! Oh umiltà sublime! Oh sublimità umile, che il Signore dell’universo, Dio e Figlio di Dio, così si umili da nascondersi, per la nostra salvezza, sotto una modica forma di pane! Guardate, fratelli, l’umiltà di Dio, ed aprite a lui i vostri cuori” (Lettera a tutto l’Ordine, 27-28: FF 221).

Il Santissimo Sacramento che porteremo e seguiremo nella Processione del Corpus Domini il 2 giugno, per le vie di Otranto e di tutti i luoghi della nostra Arcidiocesi, è l’esaltazione dell’umiltà di Dio. La nostra risposta dovrà essere una conversione all’umiltà. Quanto più grande è la degnazione di Dio, tanto più l’uomo non può che riconoscere di avere tutto da lui ricevuto, e di essere nient’altro che terra (è questo il senso oggettivo dell’humilitas). Esemplare è il mistero di Maria, che dinanzi a Dio proclama la propria umiltà (Luca 1, 48.52). Dinanzi alla santità umile di Dio, il nostro fratello Francesco ci invita alla santificazione nell’umiltà, nel ringraziamento, nel dono di noi stessi: «Guardate, fratelli, l’umiltà di Dio, ed aprite davanti a lui i vostri cuori; umiliatevi anche voi, per essere da lui esaltati. Nulla, dunque, di voi trattenete per voi, affinché totalmente vi accolga colui che totalmente a voi si offre» (Lettera a tutto l’Ordine, 28-29: FF 221).