Il Coro Diocesano rappresenta un fiore all’occhiello dell’Arcidiocesi di Otranto e vanta la presenza di talentuosi cantori che, egregiamente diretti da Don Biagio Mandorino e accompagnati all’organo dal Maestro Gianluigi Corsano, animano le celebrazioni più importanti del calendario liturgico e non solo. E proprio in questi giorni il Coro è impegnato con le prove per la solenne Concelebrazione Eucaristica in onore dei Santi Martiri di Otranto, che si terrà il 14 agosto alle ore 10:30 nella Basilica Cattedrale.
L’origine del Coro Diocesano risale al 1980 quando, in occasione della visita di Giovanni Paolo II, giunto a Otranto per venerare i Santi Martiri, si formò un grande coro con cantori provenienti da tutte le parrocchie dell’Arcidiocesi. L’idea maturò nel 1991 quando l’arcivescovo mons. Vincenzo Franco incoraggiò e incaricò don Biagio Mandorino, appena ordinato diacono, a prendersi cura dell’ufficio musica sacra e di formare un coro che animasse le celebrazioni più importanti della Diocesi. Iniziarono gli incontri di formazione degli animatori e dei cantori e mano furono acquisiti coristi fino ad arrivare ad oggi, che se ne contano un centinaio.
“Il Coro diocesano è una grande famiglia e testimonia quanto sia importante il suo ruolo nella celebrazione a servizio del corpo mistico di Cristo che è la Chiesa”, commenta don Biagio Mandorino. “Ci incontriamo ogni settimana per riflettere, per pregare, per istruirci sul valore del canto nella liturgia. E proprio il canto, come mi piace definirlo, è il profumo che Maria versa sui piedi di Cristo e che si espande per tutta la sala e i commensali ne possono godere. E così, aiutati dal coro, l’assemblea ha la possibilità di inebriarsi del profumo di Cristo. Il ruolo del Coro è fare incontrare l’assemblea liturgica con Gesù Cristo, non di prevalere, non di esibirsi, ma di creare una connessione tra il Signore e il suo popolo”.
Oltre alla bellissima esperienza dell’animazione liturgica, il Coro della diocesi svolge anche attività concertistica, ma non fine a se stessa. Soprattutto nel periodo estivo e natalizio, viene invitato e ospitato in diverse parrocchie della diocesi e al di fuori di essa. “Attraverso il canto e la musica di ogni genere e di ogni epoca, ci impegniamo a diffondere il buon profumo della Parola del Signore. Ma non solo”, prosegue don Biagio. “Da oltre dieci anni portiamo nelle piazze alcune opere che, attraverso i diversi linguaggi della musica, della danza, della poesia, raccontano ciò che il Signore grande e misericordioso opera nella storia”.
Il Coro diocesano intraprende la strada dell’opera sacra oltre dieci anni fa su invito di Mons. Donato Negro, allora Arcivescovo di Otranto, e debutta con “A coloro che hanno vinto”, scritta da don Biagio Mandorino e don Tiziano Galati per onorare il grande dono della canonizzazione dei Santi Martiri e per farli conoscere maggiormente. Nell’anno della Misericordia (2015), poi, con “Il Misericordioso”, ha narrato l’esperienza della Misericordia che ha attraversato e plasmato la vita di tanti amici di Gesù. Nel 2019, nell’anno del 25esimo di episcopato di Mons. Negro, con l’opera “Credidimus Caritati”, il Coro ha raccontato l’amore che dalla Genesi attraversa il tempo, lo spazio e le creature fino all’Apocalisse, incontro definitivo col Signore. Nell’anno dedicato dal Papa a San Giuseppe, è stato raccontato il suo eloquente silenzio nell’opera dal titolo “Tibi Silentium Laus”. E dall’anno passato e fino al prossimo, per onorare i giubilei francescani e in preparazione al Giubileo del 2025, con il patrocinio del Pontificio Dicastero per l’Evangelizzazione, il Coro canta nelle chiese e nelle piazze “Francesco, uomo cristianissimo”.
“E’ veramente una bella esperienza di fraternità e comunione. Il nostro coro, così numeroso, prima ancora di cantare insieme deve avere la capacità di stare insieme, di condividere i momenti e umilmente mettersi al servizio della Chiesa, di imparare le partiture, di fare sacrifici”, conclude don Biagio. “Grazie a Dio per questo dono grande che la nostra Diocesi ha che è quello del Coro Diocesano”.
Tante voci che si uniscono in un unico canto a Dio, un canto che tocca il cuore di chi lo ascolta, che riempie lo spazio di grazia e ci avvicina alla sfera divina che non appartiene a questa terra, ma che su di essa ci ha fatto dono di uomini e donne che mettono al servizio di tutti la loro voce celestiale che tocca le corde dell’anima.