L’assalto e la presa di Otranto del 1480 – 1481 da parte degli Ottomani e l’evento martiriale dei Santi Antonio Primaldo e Compagni si inquadrano storicamente nel contrastato contesto bellico che si determinò per molto tempo nei rapporti tra l’Europa e l’Impero Ottomano.
Dopo la caduta di Costantinopoli in mano agli Ottomani, nel 1453, e l’assedio a Belgrado nel 1456, l’Imperatore Maometto II, sovrano dell’Impero Ottomano, tentò invano nel 1479 la conquista dell’isola di Rodi.
Puntò allora sull’estrema costa d’Italia, la più vicina ai porti dell’Albania già in suo possesso. I Turchi si avvicinarono alla Città di Otranto con circa 150 navi e 15.000 uomini. La Città contava circa 6.000 abitanti ed era abbandonata dalle milizie aragonesi, impegnate in Toscana. Appena dopo l’assedio, fu avanzata richiesta di resa come abiura alla fede in Cristo e la conversione all’Islam. Di fronte al rifiuto, la Città fu bombardata, e il 12 agosto, cadde nelle mani degli invasori che la saccheggiarono e uccisero l’Arcivescovo Stefano Pendinelli, canonici, religiosi e numerosi fedeli nella Cattedrale.
Il giorno dopo, il comandante Gedik Achmet Pascià ordinò che tutti gli uomini superstiti, circa ottocento dai quindici anni in su, fossero condotti presso l’accampamento turco e obbligati ad apostatare. Istantanea e decisa fu la risposta che a nome di tutti venne data da Antonio Pezzulla, denominato Primaldo, un umile calzolaio o cimatore di panni. Dichiarò che essi tenevano Gesù Cristo per figliolo di Dio e loro Signore e vero Dio, e che piuttosto volevano mille volte morire che rinnegarlo e farsi Turchi.
Achmet Pascià ordinò allora l’immediata esecuzione capitale. Ebbero la testa o il corpo tagliati. Per un anno i corpi giacquero insepolti sul luogo del supplizio dove vennero ritrovati dalle truppe inviate a liberare Otranto. Nel giugno 1481, furono deposti nella vicina chiesa «al fonte della Minerva» e trasferiti il 13 ottobre seguente, nella Cattedrale.
Nel 1490 Alfonso d’Aragona fece traslare solennemente a Napoli parecchi corpi, oggi custoditi e venerati nella chiesa di Santa Caterina a Formello.
Agli inizi del 1500 fu eretta nella Cattedrale una Cappella per accogliere definitivamente le Reliquie dei Martiri, meta ininterrotta di fedeli e pellegrini che sostano in venerazione.
Questi testimoni di Cristo furono subito riconosciuti e venerati dal popolo come veri Martiri della fede e la Chiesa Idruntina da sempre il 14 agosto ne celebra solennemente la memoria.