Il Battista domina la seconda e terza domenica del tempo d’avvento. Una figura di importanza essenziale nella storia della salvezza, strettamente legata a Gesù. Lo dice Gesù stesso, che lo definisce «il più grande tra i nati da donna», riconoscendo in tal modo il proprio debito nei suoi confronti, essendo verosimile che Gesù se ne sia messo alla scuola negli anni precedenti il battesimo, oltre ad essersi appunto fatto battezzare da lui. Gesù sapeva però anche la propria ulteriorità, che il Battista ammette, dichiarando che lui deve diminuire e Gesù crescere. Il legame è fotografato dalla scrittura, specialmente dal vangelo di Luca, che presenta in sinossi l’annuncio della nascita, l’inno di benedizione, la nascita, l’infanzia di entrambi. Anche la liturgia recepisce tutto ciò, in quanto — mentre degli altri santi si celebra il dies natalis collocandolo al giorno della morte — del solo Battista fa celebrare sia la nascita sia il martirio, in analogia al Signore Gesù, del quale celebriamo la nascita ed il mistero pasquale.
Ma ci sono anche profonde differenze. Giovanni Battista era un asceta che si cibava di locuste e miele; — Gesù invece aveva scelto la prassi della convivialità, per dimostrare la misericordia di Dio verso tutti, meritandosi il nomignolo di «mangione e beone», calunnioso in quanto fa di Gesù un gaudente, ma veritiero in quanto si aggancia alla condivisione della mensa come simbolo della condiscendenza divina. Il Battista aveva un saio di peli di cammello; — Gesù indossava invece una bella tunica tessuta tutta d’un pezzo, tale che i soldati non vollero dividerla. Giovanni era un eremita che viveva nel deserto ed aspettava che la gente andasse da lui; — Gesù invece viveva sulla strada, ed era lui ad avvicinarsi ad ogni uomo e ad ogni donna, specie a quelli a cui non si avvicinava nessuno. Giovanni Battista, infine, era nato da due vecchi; — Gesù invece è nato da una ragazza vergine. Perciò — nonostante la sua grandezza — Giovanni sta ancora tutto nell’economia del vecchio, Gesù invece è la novità totale ed assoluta (omnem novitatem attulit, se ipsum afferens). Il primo è l’attesa, l’ultimo è il compimento.
In ogni caso, se Gesù ha voluto farsi precedere dal Battista, vuol dire che il messaggio di cui Giovanni è portatore è sempre valido e necessario. Questo messaggio è la necessità della purificazione. Individuiamo, in vista del Natale, il nostro difetto dominante, e collaboriamo con la Grazia di Dio nel lottare contro di esso e cercare di eliminarlo.
+ Francesco Neri OFMCap
Arcivescovo